Nel settore cosmetico, il packaging ha un ruolo chiave. Non è solo contenitore: comunica il valore del brand, protegge la formula del prodotto e influenza la decisione d’acquisto. Oggi però i consumatori non si accontentano dell’aspetto estetico. Cercano prodotti che rispettino l’ambiente, a partire dal confezionamento.
Il 2025 conferma una tendenza già avviata: il packaging cosmetico deve essere sostenibile, oltre che funzionale e visivamente curato. Ma cosa significa davvero “sostenibile”? E come possono le aziende scegliere soluzioni ecologiche senza sacrificare la qualità percepita?
Come scegliere materiali sostenibili senza compromettere l’estetica
Molti pensano che sostenibilità significhi rinunciare a un design accattivante. Non è così. Oggi esistono materiali ecologici che permettono finiture di pregio, stampa di alta qualità e forme originali. Il segreto è conoscere bene le opzioni disponibili e usarle in modo strategico.
Ecco alcuni materiali sostenibili adatti al packaging cosmetico:
- Carta e cartone certificati FSC: derivano da foreste gestite in modo responsabile. Possono essere usati per astucci, scatole, sleeve. Ottimi per stampa offset, serigrafia e nobilitazioni come lamina o rilievo.
- Vetro: 100% riciclabile, elegante, ideale per sieri, oli e profumi. Aumenta la percezione premium del prodotto ed è molto apprezzato dal pubblico green.
- Bioplastica (PLA): ottenuta da risorse rinnovabili come amido di mais. È compostabile e adatta a flaconi o contenitori per campioni. Va usata solo dove esiste una filiera di compostaggio industriale.
- Alluminio riciclato: resistente, leggero e riciclabile all’infinito. Perfetto per stick, vasetti, tubi. Ha un impatto ambientale ridotto se proveniente da fonti riciclate.
- PET riciclato (rPET): è plastica riciclata, adatta a contenitori trasparenti e leggeri. È compatibile con la maggior parte delle linee produttive esistenti.
Chi produce o vende cosmetici deve trovare un equilibrio tra:
- sostenibilità ambientale
- esigenze produttive
- estetica e branding
Un buon packaging green non deve sembrare “povero”. Anzi, può comunicare valori forti come qualità, cura, trasparenza. Elementi che oggi influenzano molto le scelte di acquisto, soprattutto tra i consumatori più giovani.
Normative europee e requisiti di etichettatura ambientale
Nel 2025 le aziende non possono più limitarsi a “dichiarare” la sostenibilità. Devono dimostrarla. Le normative europee stanno diventando più precise e restrittive, soprattutto sul fronte dell’etichettatura ambientale.
Ecco alcuni riferimenti chiave da conoscere:
- Direttiva SUP (Single Use Plastics): vieta o limita l’uso di plastica monouso in determinati settori, inclusi alcuni articoli da toeletta.
- Regolamento UE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (PPWR): obbligherà tutti i packaging immessi sul mercato europeo a essere riciclabili entro il 2030. Sono previste anche quote minime di materiale riciclato in alcuni tipi di confezioni.
- Etichettatura ambientale obbligatoria: in Italia già prevista per indicare la corretta raccolta differenziata. Ogni componente dell’imballaggio deve riportare il materiale (es. PAP21, PET1) e le indicazioni di smaltimento (es. raccolta carta/plastica).
- Green Claims Regulation (in arrivo): impedirà l’uso di claim generici come “eco” o “green” se non supportati da dati verificabili.
Per le aziende del settore cosmetico, questo significa che non basta usare materiali sostenibili: serve anche comunicare correttamente la natura dell’imballaggio e le istruzioni di smaltimento.
Inoltre, è fondamentale scegliere fornitori aggiornati, in grado di garantire materiali conformi e documentazione completa. Un packaging non conforme può rallentare la distribuzione, creare problemi legali o danneggiare l’immagine del brand.
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